Durante l’ARF!Festival abbiamo incontrato tanti piccoli lettori pronti a tuffarsi nella mitologia attraverso l’albo Miti romani, edito da La Nuova Frontiera Junior: non potevamo quindi non “importunare” la talentuosa illustratrice, Rita Petruccioli, scoprendo che l’epica è anche la sua passione…
QUALI IDEE E IMMAGINI TI HANNO PIÙ ISPIRATO PER L'ILLUSTRAZIONE DI MITI ROMANI? CHE PERCORSO COLLABORATIVO AVETE PORTATO AVANTI TU E CAROLA SUSANI?
La proposta di disegnare Miti romani è arrivata per una buffa coincidenza mentre stavo già disegnando un libro di mitologia. Per cui nel proporre uno stile, ho cercato di inventare qualcosa che non mi annoiasse e che non fosse una replica dello stile realistico che già stavo usando per l’altro libro. È nato così questo immaginario che io definisco pop. Tinte piatte e forti e occhi stilizzati. La cosa mi ha divertito. Poi, avendo la fortuna di abitare a Roma mi sono andata a fare un giro per musei dove ho studiato i decori e gli elementi grafici dei bassorilievi romani. Per un’altra strana coincidenza, io e Carola Susani, che non ci conoscevamo prima di questo libro, abbiamo scoperto di abitare nello stesso quartiere. Il libro lo abbiamo lavorato quasi in contemporanea: mano a mano che scriveva, Carola mi mandava via e-mail i capitoli e io abbozzavo le scene. Poi ogni tanto ci incontravamo per parlarne. Per me questi incontri sono stati la cosa più importante perché parlando con lei, ho capito meglio tante cose implicite nel testo, ho capito le sue intenzioni e la sua sensibilità nei confronti della storia che raccontava. E quando si ha la possibilità di capire queste cose si lavora molto meglio.
TRA EPICA, LEGGENDE E IL ROMANZO CAVALLERESCO SEMBRI PERFETTAMENTE A TUO AGIO: QUANTO E PERCHÈ TI APPASSIONANO? QUALI PENSI SIANO I MESSAGGI PIÙ POSITIVI TRASMESSI AI PICCOLI LETTORI ATTRAVERSO QUESTE STORIE?
Ho sempre adorato l’epica e la mitologia fin da piccola, per cui quando disegno queste storie mi appassiono tantissimo e mi emoziono all’idea di trasmetterle alle nuove generazioni. A me interessa principalmente raccontare storie e far appassionare i lettori, per cui cerco di dare la priorità alla narrazione dei passaggi salienti più che a messaggi particolari. Capita però con alcuni libri che alcuni messaggi che mi stanno a cuore prendano il sopravvento. Su Orlando per esempio il trasporto che ho per Bradamante è evidente. Così come su Miti romani, con Carola ci siamo accorte che involontariamente abbiamo fatto un libro con figure femminili potentissime. Evidentemente perché per noi era un messaggio importante sottolineare i ruoli femminili.
ALCUNI DEI LIBRI DA TE ILLUSTRATI SONO DIVENTATI PROTAGONISTI DI LABORATORI CON I BAMBINI: CHE COSA TI COLPISCE DI PIÙ DURANTE QUESTI INCONTRI?
Quando ho cominciato a fare laboratori con i bambini ero spaventata. Mi sembrava una responsabilità enorme lavorare con loro. E invece è meraviglioso, ogni laboratorio che tengo scopro qualcosa di nuovo. Un modo di disegnare, un’interpretazione del libro a cui mai avrei pensato. La cosa che mi colpisce di più è come si appassionano alle storie.
L’altra settimana ho incontrato un bambino così appassionato dell’Orlando Furioso da aver rinominato tutti i suoi famigliari con i nomi dei personaggi del libro. Aveva solo 4 anni e aveva un sacco di domande stupende da farmi.
COME IMMAGINI IL MOMENTO DELLA LETTURA DEL LIBRO IN FAMIGLIA?
Ora che mi ci fai pensare io non li vedo mai i bambini mentre leggono i miei libri! Per cui il momento della lettura me lo immagino come nel mio ideale da piccola: nel lettone con mamma e papà e fratello più grande. Chi legge deve fare le voci e lasciare il tempo di guardare bene bene le illustrazioni. Così per me era il massimo!