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RICERCA AVANZATA

 

Il te dei matti
05 giugno 2016
Ricapitolando: libri, tazze, teiere, spartiti, cavalletto, colori, cilindro.. Sì, c'è tutto! Siamo pronti per l'appuntamento di domani al Castello di Monforte (Campobasso), protagonista "Il tè dei mat [...]

Illustratrice
Lev

"“Spero, vorrei tanto che questa catena di amore passi di mano in mano, di generazione in generazione senza fermarsi mai. Perché vivere è bellissimo e sape [...] [...]"
 

 

 
Intervista a Marina Girardi
Autrice e illustratrice
Capriole

Fumettista, ma anche ciclista, pittrice nomade, musicista, ma soprattutto formidabile cantastorie! In Capriole, edito Topipittori, racconta la sua infanzia tra le montagne bellunesi e la vocazione nomade della sua famiglia, sempre in viaggio alla scoperta del mondo. A noi ha raccontato qualcosa in più sul suo “sguardo aperto alla meraviglia”… Grazie Marina Girardi:-)

- COME È NATA L'IDEA DEL LIBRO?
Quella autobiografica è una forma che mi appartiene, avevo già realizzato lavori sull’impronta del diario di viaggio o racconti dedicati ai luoghi dove abitavo. Per questo sono stata contattata da Topipittori per realizzare una mia biografia a fumetti che fosse incentrata sul periodo della mia infanzia.

- OLTRE CHE FUMETTISTA, IN CASA TOPIPITTORI TI DEFINISCONO CICLISTA, PITTRICE NOMADE E MUSICISTA: QUANTO E COME QUESTE TUE "ANIME" HANNO DIALOGATO PER LA REALIZZAZIONE DI CAPRIOLE? 
Il libro racconta proprio come è nato questo bacino di immaginario a cui ho attinto poi negli anni per dare vita a tutte le mie sfaccettature e, all’origine di tutto, come è nato il mio “sguardo aperto alla meraviglia”: meraviglia per il mondo e tutte le cose che ci circondano, un sentimento pieno che si traduce nel bisogno di esprimere, raccontare, e di farlo con tante forme e linguaggi diversi. Come narro nel libro, questo sguardo in me è nato insieme alla pratica del viaggio unita a quella della lettura. Con la mia famiglia ho sempre viaggiato in modo, diciamo così, “selvaggio”, senza programmi né schemi preordinati, perciò ho sempre vissuto il viaggio come momento di sospensione della quotidianità e incontro con l’imprevisto, il non conosciuto, l’occasione per aprirsi al nuovo. Nello stesso tempo fin da bambina sono stata una grande lettrice: anche in viaggio portavo con me tanti libri, humus fertile per unire e mescolare cose reali e mondi immaginari, e il frutto di questa mescolanza sono stati i miei primi diari di viaggio, i tanti racconti che scrivevo, “antenati” dei miei lavori di oggi.

- COSA PUÒ RACCONTARE LA TUA INFANZIA AI GIOVANI LETTORI? COSA SECONDO TE PUÒ METTERE RADICI NEL LORO IMMAGINARIO E COSA PUÒ GERMOGLIARE?
Mi piacerebbe che arrivasse principalmente questo messaggio: non occorre fare delle cose straordinarie per riconoscere la meraviglia che ci circonda, è lo sguardo con cui si osservano le cose a fare la differenza, e quello sguardo si può imparare, lo si può “allenare”. A stimolarlo ci sono proprio il viaggio e la lettura, che ci aiutano a cambiare prospettiva e punti di vista, proprio come le capriole: sono un attimo di sospensione dalla quotidianità, di abbandono all’imprevisto, di visione capovolta della realtà.

- L'ALBO OFFRE UNA NARRAZIONE MOLTO FLUIDA, GRAFICAMENTE E CONCETTUALMENTE ORIGINALE ANCHE RISPETTO ALLO STILE CHE CI SI ASPETTA DI TROVARE IN UN FUMETTO: COME TI IMMAGINI LA LETTURA DEL LIBRO?
Io ho sempre portato avanti in parallelo fumetto e illustrazione: il racconto di una storia è importante, ma concentro molta attenzione anche sulla parte evocativa delle immagini. Per questo nell’albo ho realizzato pagine aperte, che invitassero a perdersi un po’ nella contemplazione dell’immagine, a soffermarsi su una visione d’insieme e non solo sui singoli particolari narrativi. Il nome e la storia di un luogo, le sue leggende, le persone che lo abitano, tutto è collegato da una rete invisibile, un rapporto sacrale unisce tutte le cose, e il sentimento suscitato dal rapportarsi con questa sacralità, da questo “qualcosa di grande”, è legato al senso di meraviglia con cui si riesce a guardare ciò che ci circonda.

- RACCONTARE IL TERRITORIO E LE STORIE CHE RACCHIUDE: TU CHE LO SAI FARE VERAMENTE BENE COSA CONSIGLIERESTI AI GENITORI PER FARLI PROVARE AD ESSERE DEI BUONI CANTASTORIE?
Innazitutto viaggiare! Spostarsi, andare fisicamente a visitare posti nuovi: in un’epoca in cui le possibilità di conoscere tutto virtualmente sono infinite, non è un consiglio tanto scontato. Partire lasciando la mente più aperta possibile all’ascolto e alla ricezione, perché solo così si alimenta il bisogno di esprimere e raccontare. E poi – anche questa una cosa non facile in una società tanto frenetica – ritagliarsi dei lussuosissimi spazi di silenzio, dedicati all’ascolto e alla contemplazione.

http://www.lalibreriadeibambini.it/libro/547/capriole